5G, NO all’aumento del limite di emissioni elettromagnetiche

 

Nel programma che il comitato diretto dall’ex ad di Vodafone Vittorio Colao ha presentato al governo, è centrale il capitolo sulla connettività. È necessario – si legge nel dossier – “un intervento sistematico per ridurre il divario digitale e rendere il Paese totalmente e universalmente connesso”.

 

In linea teorica è un ottimo proposito. Ma non condivido, in mezzo a varie proposte sensate, l’idea di elevare il limite massimo di emissione elettromagnetica consentita per il 5G, la quinta generazione di telecomunicazioni mobili.

 

È ancora troppo alto infatti il rischio di danni alla salute. Sono incline a pensare, al contrario, che le sperimentazioni andrebbero sospese, fin quando non ci saranno evidenze scientifiche rassicuranti.

 

In Italia è vigente il limite massimo di 20 volt/metro (V/m), a fronte dei 31 V/m del Belgio, i 47 V/m della Grecia e i 61 V/m stabiliti dalla Commissione internazionale per la protezione delle radiazioni non ionizzanti (Icnirp), ai quali fanno riferimento Gran Bretagna, Germania, Spagna, Francia.

 

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