Soldi alla Lega, gli italiani hanno diritto di sapere

La Lega deve quasi 49 milioni di euro agli italiani.  Lo stabilisce una sentenza a risarcimento dei fondi pubblici fraudolentemente richiesti e, secondo l’accusa, dilapidati per spese che nulla c’entravano con la politica dalla Lega di Bossi.

Ora la corte di Cassazione ha confermato che questi soldi devono essere sequestrati da ogni conto o bene patrimoniale riferibile al partito, benché nel frattempo abbia cambiato capo e simbolo.

È una sentenza: si può criticare ma si deve rispettare, tanto più da parte di chi ha responsabilità di governo.  Invece cosa fa il ministro dell’Interno Salvini? Grida all’attentato alla democrazia, parla di processo politico, denuncia un complotto organizzato contro il suo partito, chiede udienza e protezione al presidente della Repubblica.

Si comporta cioè in perfetto stile berlusconiano. Come se il consenso elettorale di cui in questo momento certamente gode lo esonerasse dal controllo di legalità.

Salvini non può comportarsi così. Anziché gridare al complotto, deve collaborare con la magistratura e render conto all’opinione pubblica: spiegare dove sono finiti quei soldi, indicare le fonti di finanziamento e le disponibilità finanziarie attuali della Lega, chiarire le proprie responsabilità politiche e personali. I punti oscuri della vicenda sono numerosi.  Gli italiani, che lui dice di voler difendere dall’invasione dei migranti, hanno diritto di sapere.

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