Il test di Daniela Tazzioli

Annuso l’aria, leggo le cronache, osservo il flusso dei social e vedo un’Italia sempre più intollerante e razzista. Non mi piace per niente. E per niente la giustifico. Si badi: questo non è un discorso contro o a favore questo o quel partito, questo o quel governo. Il problema è quel che stiamo diventando umanamente noi italiani e quel che vogliamo essere.

 

La solidarietà, l’uguaglianza e la cooperazione per me sono valori fondanti. Mi piacerebbe che lo fossero per tutti, o perlomeno per la gran maggioranza dei miei contemporanei,  indipendentemente da quel che si è scelto o si sceglierà nella cabina elettorale.

 

Invece sento discorsi sempre più ispirati alla discriminazione e all’odio verso chi ci appare straniero, leggo di uno stillicidio di fatti di cronaca che parlano di rancore, prepotenza e ostilità verso chi ci appare diverso. È come se stesse emergendo l’umore sociale più torbido, per effetto del clima che si respira nel paese. È come si fossero rotti gli argini, i freni inibitori.

 

L’intolleranza si fonda sul pregiudizio ed è alimentata dall’ignoranza.

Per questo trovo encomiabile l’iniziativa di una insegnante di cui ho letto nei giorni scorsi sui giornali. Lei si chiama Daniela Tazzioli ed è anche una scrittrice. La scuola è l’istituto tecnico industriale Corni di Modena. Accortasi che nella sua classe (una prima, 29 allievi dei quali 9 figli di immigrati) serpeggiavano gravi pregiudizi razzisti, Daniela Tazzioli ha preparato un dossier che ha poi trasformato in un test per i ragazzi. Il test comprendeva le 20 principali fake news sui migranti. I ragazzi avevano il compito di discuterne a coppie e poi scegliere le fonti più attendibili a sostegno dell’una o dell’altra tesi. L’obiettivo era di aiutare gli studenti a farsi un’idea propria, fondata sull’analisi dei dati di fatto, senza cedere a facili suggestioni. Ebbene, dopo quel lavoro didattico, ha raccontato la docente,  “le cose sono cambiate, anche i ragazzi che avevano manifestato i più forti sentimenti razzisti si sono ricreduti e hanno mutato atteggiamento”.

 

È necessario creare consapevolezza in particolare nei giovani, partendo dalla scuola, attraverso l’insegnamento di un metodo intellettuale. Ecco quel che ci dice questa iniziativa, che spero venga replicata in tanti altri istituti.

 

La storia è riassunta in questo articolo:

http://m.gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2018/07/09/news/modena-tanto-razzismo-tra-i-banchi-la-prof-lo-sconfigge-con-un-test-1.17044661

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *