Credo che sia giunto il momento di una legge che regolamenti, entro precisi limiti, la libertà di autodeterminazione individuale nel caso di malattie irreversibili e gravemente invalidanti.
Si deve difendere la vita a oltranza, anche quando si è attaccati a una macchina per respirare, immobilizzati in un letto, impossibilitati a tutto se non a continuare a soffrire? Anche quando la vita non è più vita, ma pura sopravvivenza biologica?
D’istinto, io dico no.