Sintomatologia psichiatrica

Apre la crisi. Invoca pieni poteri. Ma non si dimette. Poi mette a fuoco che non si va al voto. Inizia la retromarcia. Nega di aver voluto lo strappo. Elemosina rimpasti. Si dice pronto a trattare. Di fatto resuscita Renzi. Gli ultimi dieci giorni di Matteo Salvini sono un manuale di sintomatologia psichiatrica prima ancora che di imbecillita’ politica. Difficile trovare un precedente di un così inquietante delirio a scena aperta. L’uomo che molti italiani vorrebbero da solo al comando della Nazione è un totale incapace, un rodomonte burino, privo di bussola, di scrupoli e di credibilità, in chiaro stato di sovreccitazione. In preda all’angoscia per gli sviluppi delle indagini sul suo cerchio magico. L’individuo che ha portato un partito nordista semimorto alla maggioranza relativa dei consensi è un guappo di cartone che sbraita molto ma ragiona poco, drogato da applausi, selfie e sondaggi.

 

Concedergli così tanto spazio è stato un grave errore. Da non ripetere. Fiorenzo

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